Che senso ha parlarne ancora?

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Negli ultimi anni molto spesso si è sostenuto che la classe operaia è “andata in paradiso”.

Questa “scoperta” spesso viene fatta seguire dalla constatazione che anche di proletariato sia difficile parlare nella società attuale.

A queste affermazioni le reazioni sono diverse, a seconda dell’interlocutore.

Ma sono vere tali affermazioni?

Davvero oggi non si può parlare più di classe operaia?

E di proletariato?

 E di alternative al capitalismo?

 

Comunemente si tende ad usare il termine proletariato come sinonimo di classe operaia e, credo, che da ciò partano diversi errori…

Il proletariato non è composto esclusivamente da operai ma è la classe composta da tutti coloro che hanno l'unica fonte di ricchezze nei (nel lavoro dei) propri figli: più figli hai più produci reddito per sostenere la tua famiglia.

Secondo Marx e gli sviluppi del pensiero la classe operaia era l'avanguardia del proletariato.

La classe operaia era la classe "sorta" dagli sconvolgimenti che il capitalismo, per mezzo anche delle rivoluzioni industriali, aveva portato all'interno del sistema economico e produttivo.

La classe operaia in quanto frutto delle contraddizioni&rivoluzioni capitalistiche DI QUEL TEMPO non era quella che sentiva più sulla propria pelle il peso dell'oppressione (quello lo sentivano tutti i proletari) ma era quella che, figlia di quelle contraddizioni e del progresso indotto dal capitale, poteva meglio "navigare" nelle dinamiche DEL TEMPO e comprenderle.

Era la classe che avrebbe guidato il proletariato alla rivoluzione ed alla instaurazione del comunismo…

Ciò non è avvenuto!

La classe operaia è stata sconfitta (soprattutto per i limiti delle varie classi dirigenti del movimento operaio. la colpa è sempre dei capi e molto spesso se le cose vanno male la si butta in culo al "popolo bue"…un inciso:se un operaio vota forza italia siete sicuri sia lui il coglione?)!

Le ragioni della sconfitta sono tante ma non secondaria è quella che il capitale, per vincere, mise in moto tutta la propria "creatività" e rimodellò il sistema in una maniera totalmente diversa.

Ancora oggi è in atto quel "rimodellamento" e le contraddizioni che quotidianamente viviamo o osserviamo nascono proprio da quello.

Quanto sorge dalla "rivoluzione capitalistica" che stiamo attraversando (e in cui ormai navighiamo da un bel pò) non è però la scomparsa della classe operaia, è un modificarsi del suo ruolo.

In altri termini: non sono andati in paradiso ma hanno altri alleati al proprio fianco.

Non sono più l'unica avanguardia…

Quello che, invece, è andato in paradiso è il proletariato, come termine…

Ovviamente, anche se molto più composita e modificata, la realtà sociale che Marx descrive con quel termine esiste ancora solo che, credo, non sia più descrittibile con il termine proletariato.

La classe operaia è stata sconfitta ma non è che non abbia fatto proprio un cazzo!

In Europa Occidentale, ad esempio, il ciclo di lotte del secondo dopoguerra, lotte condotte dalla classe operaia, portò ad un risultato storico che contribuì notevolmente alle modificazioni strutturali ancora in corso.

Quelle lotte consentirono, in determinati Paesi, agli operai, ai contadini, ecc.,ecc. di superare la propria condizione di proletari.

I diritti e le garanzie conquistati in quegli anni permisero ai LAVORATORI di modificare la struttura al punto tale da far cessare le condizioni strutturali che, secondo Marx, riducevano una intera classe di individui ad una condizione simile, quella di proletari.

Nei paesi dell’Europa Occidentale l’unica ricchezza dei lavoratori, in quegli anni, non era più rappresentata dai propri figli bensì dal proprio lavoro.

Se avevo un lavoro, un qualsiasi lavoro, potevo far studiare i miei figli, potevo accedere alla sanità assieme alla mia famiglia, potevo fare una serie di cose che non è che mi permettessero di spassarmela però si andava meglio e, continuando a lottare, sarebbe andata ancora meglio.

Invece non andò così…i LAVORATORI modificarono parzialmente la struttura, ne minarono le fondamenta (la scala mobile è un ottimo strumento di sabotaggio del capitalismo;-)), non riuscirono però a vincere, a modificare struttura e sovrastruttura…in altri termini a fare la rivoluzione.

Una delle ragioni per cui non ci riuscirono (e sono tante, non solo in campo capitalistico) fu quella che il capitalismo, prima che le lotte dei lavoratori, la modificò lui la struttura, mise in moto un macchinario che letteralmente spiazzò il movimento dei lavoratori.

Secondo me quella che è in atto dalla metà dei ’70 del secolo scorso è la più grande “rivoluzione reazionaria” (che non è solo restaurazione) che si sia mai verificata nel corso della Storia.

Il capitale, maturo e ingordo, oltre che cercare spazio per espandersi deve resistere all’attacco dei lavoratori…è in questo frangente che comincia a cambiar pelle assumendo forme che oggi noi ancora non riusciamo del tutto a decifrare, anche perché parte di queste mutazioni sono ancora in corso e questo credo sia un grosso fattore a nostro vantaggio.

Se una cosa non è avvenuta si può sempre impedire che avvenga o modificarla a tuo vantaggio…tutto sta a capire il gioco…

Noi intanto dobbiamo capire che è il tavolo da risiko ad essere cambiato e con esso tutto quanto il gioco e invece che applicare alla realtà soluzioni del passato (che, oltretutto, ci hanno portato alla sconfitta…perché come si diceva abbiamo perso e il merito non era solo degli altri…l’attacco era deboluccio e a un certo punto la difesa si è stancata…) dovremmo sforzarci non solo di individuare soluzioni adatte al presente ma anche di rielaborare la nostra “rappresentazione” del presente che non è più quello dei testi sacri, siano essi di Marx o “oltre Marx”.

Uno dei grossi limiti che ci ha portato alla sconfitta credo sia quello che mentre il capitale ha messo in gioco tutto se stesso per vincere spingendo a modificarsi in una maniera che io credo sia pericolosa per la sua stessa esistenza (meno per noi…ma è un altro discorso…) in campo comunista non si sia fatto lo stesso. Si ci sia invece sclerotizzati per fede su rappresentazioni della società, fotografie della realtà, che non erano la teoria ma la rappresentazione della realtà in base a quelle teorie.

Penso che si debba ripartire da qui, dall’ utilizzare gli strumenti marxiani e degli sviluppatori per analizzare la società attuale, prescindendo però nel descrivere la nostra società dalla descrizione che fanno della LORO …al massimo sono due realtà che andrebbero confrontate.

Oggi non solo il lavoro è cambiato ma il capitalismo e le conquiste dei lavoratori hanno sgretolato i rapporti sociali e la struttura familiare che aveva portato alla definizione di proletariato.

Oggi un precario nei propri figli non ha alcuna fonte di ricchezza, sono un costo.

I figli devi poterteli permettere (scuola, vestiti, pannolini, ecc.)…oppure li mandi a lavorare in nero da piccoli…(ma su questo ci torno dopo).

Molto spesso attualmente sono i genitori a mantenere i figli fino a età matura perché i figli non hanno i mezzi per mantenersi da soli questa, però, è esclusivamente una dinamica di “fase”, di transizione.

L’obiezione che mi si potrebbe fare è che (tornando ai bambini che lavorano in nero di cui dicevo prima), i precari, che oggi possono contare esclusivamente sul frutto del proprio lavoro, manderanno per necessità  i loro figli a lavorare e quindi torneranno ad essere proletari.

Certo!

Era quello che probabilmente doveva avvenire…

Invece…

Il capitalismo ha notevolmente peggiorato le condizioni di vita dei lavoratori che, grazie alle proprie lotte, erano riusciti a superare la condizione di proletari, probabilmente per farli ridiventare tali.

Il capitalismo stesso però ha anche distrutto la concezione di famiglia sulla quale il concetto di proletariato trovava una delle sue basi.

La famiglia attuale è molto diversa dalle famiglie anche semplicemente di trenta anni fa.

Il capitalismo per incrementare i margini di profitto, per accumulare, è costretto ad incrementare i bisogni di ognuno.

In questo modo sin da bambini si è indirizzati a sentire il desiderio di soddisfare necessità che riguardano solo la tua persona.

Ciò porta, appena si percepisce un reddito, a tendere a spenderlo per soddisfare quei bisogni a cui sei indirizzato sin da piccolo.

Ovviamente ognuno spenderà parte del proprio reddito per soddisfare alle necessità della famiglia ma non tutto il proprio reddito.

Questa tendenza sgretola la concezione di famiglia proletaria.

Nella famiglia precaria ogni individuo è più libero anche nello spendere il reddito che produce.

I rapporti affettivi tendono a svincolarsi dai rapporti economici…

Vi è una sorta di mutuo soccorso familiare non vi è l’appropriazione da parte dei padri del reddito dei figli e, se vi è, è socialmente considerata un sopruso.

Il capitalismo per sconfiggere i lavoratori è stato costretto a mutare profondamente e questo ha scatenato contraddizioni abnormi.

Vogliono farci tornare proletari ma hanno distrutto le basi stesse del proletariato.

In altri termini la classe che si delinea è una classe di individui che traggono l’unica fonte di ricchezza dal proprio lavoro.

Individui con bisogni sempre maggiori perché indotti ad averli dal sistema stesso.

Individui che molto spesso non possono soddisfare i bisogni di base figurarsi quelli che li induce ad avere il capitalismo.

Ciò produce insoddisfazione, frustrazione…o rivolta.

Tutto sta a cercare di comprendere le contraddizioni, ad infilarcisi dentro come un grimaldello, ad incanalare la rivolta nei giusti rivoli per far si che diventi rivoluzione e non saccheggio…

Riassumendo credo che la classe operaia non sia andata in paradiso ma che sia una componente fondamentale della nuova avanguardia DI CLASSE  che sorge dalla rivoluzione capitalistica reazionaria ancora in atto.

Ad essere andato in paradiso è il proletariato poiché è un termine che non è più in grado di rappresentare una determinata realtà sociale e la classe di individui che la compongono.

Dobbiamo struggerci?

E che ce ne fotte!

Noi lottavamo proprio perché non ci fossero più i proletari…il problema è che hanno vinto loro e i proletari non ci sono più ma la realtà che si prospetta non è che sia migliore…

La chiudo che rischio di dilungarmi e fare un minestrone…

 

RESPECT&IRIE!!!

 

 

 

 

 

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